23 giu 2014

29/06/2014 - I FANTASMI DEL FOLKLORE


29 giugno 2014

tutta la giornata, a partire dalle 9.30

Badoere (Treviso) – sedi varie




4 bande folkloristiche trevigiane,
7 carrozze d'epoca,
un'ampia sfilata di amici, in costume, di Carlo “Carletto” Durigon e celebrazione del battesimo di suo nipote nella chiesa di Badoere.
E' l'happening a cui KRIPTOSCOPIA invita tutti per festeggiare nell'arco di un'intera giornata una figura di riferimento del folklore trevigiano: Carletto dell'associazione “Amici dei cavai” di Paese (Treviso). L'intera festa propone quanto Carletto stesso desidererebbe per il suo funerale rispondendo in modo giocoso alla falsa notizia del suo decesso, qualche anno fa:


“«Carletto del bar “Le Ruote” è morto». La voce si è sparsa lunedì in paese, ma, per fortuna, si trattava solo di una burla di cattivo gusto. «Io sto bene - dice sorpreso il diretto interessato Carlo Durigon, che porta in testa il suo inseparabile cilindro - si è trattato di uno scherzo». La falsa notizia della scomparsa del proprietario della famosa osteria «Le ruote» di Paese, in via Breda 56, ha destato preoccupazione.

«Carletto dee rode» infatti è conosciutissimo non solo a Paese, ma anche in tutta la provincia. E’ il presidente degli «Amici dei cavai», associazione che organizza feste con carrozze d’epoca e cavalli, devolvendo sempre il ricavato in beneficenza. Il sessantenne Carlo Durigon ha iniziato a lavorare al bar della stazione dei treni di Treviso. Poi ha aperto l’osteria a Paese, diventata un luogo mitico, frequentato da diverse generazioni di trevigiani. Tutte le compagnie della Marca, almeno una volta nella vita, hanno fatto una festa nell’osteria dove si mangia museto, poenta, luganega e si bevono fiumi di vino. E’ uno di quei bar che Marco Paolini descriverebbe: «dove devi specificare se il caffè non lo vuoi corretto», altrimenti in automatico ti aggiungono un goccetto. Carletto, dopo lo choc della notizia che gira sulla sua morte, torna al suo noto buonumore. «Comunque ho già pronto il mio testamento - confessa - Quando morirò voglio un corteo con 60 cavai, tre putane e un cueaton, fiori destirai in strada, banda musicae. Magnar a crepapansa, bevar e parlar de cavai». E poi spiega: «Ho scelto questi personaggi per il mio funerale perché non voglio omaggi, la nostra vita deve essere criticata quanto valorizzata».”
Fonte: Tribuna di Treviso del 23/02/2005
http://ricerca.gelocal.it/tribunatreviso/archivio/tribunatreviso/2005/02/23/TC6PO_TC605.html



10 giu 2014

14/06/2014 - L'ULTIMA PERFORMANCE DI KRIPTOSCOPIA

L'ULTIMA PERFORMANCE DI KRIPTOSCOPIA

featuring JIKU55



14 - 06 - 2014
ore 21.30

99mq

Via Chiesa di Rorai, 17

Pordenone

http://www.99mq.it/


Ingresso con tesseramento gratuito: 5 euro



KRIPTOSCOPIA (Enzo Comin, Sissy Biasin, Michele Spagnolo) è un gruppo che realizza performance in cui musica e immagini si legano e si sintetizzano allo scopo di riutilizzare e reinterpretare il paesaggio sonoro e visivo che accompagna la quotidianità. Gli artisti mettono in scena, come in una jam session, i risultati dei loro approfondimenti e curiosità sul presente e sul passato per mezzo di suoni digitali, strumenti tradizionali e musica elettronica ed elaborando manualmente vhs trovate con videoregistratori manipolati. A ciò si unisce la libera azione di performer che contribuiscono, con la gestualità e i costumi, alla composizione della musica con le immagini. Gli artisti così guidano il pubblico in un percorso esperienziale in cui risulta cruciale uno stravolgimento materiale dei supporti sonori e visivi della memoria e dei loro contenuti, per leggere i fenomeni culturali del presente e quindi far emergere sollecitazioni e sensibilità verso il nostro futuro. Una sorta di chiaroveggenza dedicata al mondo che verrà.
Dopo un anno, circa 20 esibizioni e la partecipazione ai progetti “The Exchange Archive” al MoMA di New York e “Estman project” al Kunst Halle Sankt Gallen (Svizzera) viene scelto il 99mq per mettere in scena l'ultima performance che sarà allora una cerimonia di congedo e rinascita. Per l'occasione collaborerà un gruppo più ampio di artisti e avrà luogo un'esposizione dei lavori di Enzo Comin che avevano anticipato il progetto KRIPTOSCOPIA.

Enzo Comin: performance;
Sissy Biasin: performance, musica, suoni;
Michele Spagnolo: musica, suoni, video;
+
Maria Jiku (Jiku 55): performance;
Emanuele Franz: performance;
Lenny Lucchese; performance, grafia;
Lazarus (Dirtmor): musica;
Michele Tajariol: scultura indossabile;
Matteo Vettorello: scenografia, installazioni.

Maggiori informazioni su http://kriptoscopia.blogspot.it/



SEGUIRA' UNA PERFORMANCE DEI

JIKU 55

proposto nel loro
"EUROPEAN BLOODY VOMITING TOUR"

JIKU55 (JAP) Pychic core drone. Vagiti nipponici condensati in dense e oniriche voci, sintetizzatori e rarefatte chitarre.
Maggiori informazioni su
http://www.mariajiku.info/jiku/JIKUUUUUUUUUUU.html






Il programma è composto anche da tre performance che accompagnano a
L'ULTIMA PERFORMANCE DI KRIPTOSCOPIA


30 - 05 - 2014

ALTOLAB

Via Banchina Molini, 14

Marghera (Venezia)


31 - 05 - 2014

DIRTMOR

Via Pisa, 13b

Treviso


12 - 06 - 2014

VENOISE

Oratorio San Ludovico

Dorsoduro

Venezia



IL SERMONE DI KRIPTOSCOPIA: L'ULTIMA PERFORMANCE

Le persone sono libere: di pensare quello che vogliono, di fare quello che vogliono e così è l'intera vita. L'uomo ha un'energia enorme, è in grado di compiere qualsiasi cosa. E' errato pensare che non siamo liberi. Quello che non è incondizionato ma viene stabilito dal mondo circostante è semmai il modo in cui i pensieri vengono indirizzati: si è liberi di pensare a qualsiasi cosa, a vivere prendendo qualsiasi decisione, ma non liberi di sceglierne il modo. Vale a dire, non siamo noi a scegliere la priorità dei valori.

In vista di una nuova società plasmata dall’attuale periodo di crisi, quello che oggi viene ritenuto importante è la funzione che ciascuno ha, a cosa l’individuo serve per la società, il lavoro che non è inteso come personale sviluppo ma come il mero impiego che si occupa. Il passaggio principale è avvenuto cento anni fa, quando lo sviluppo tecnologico ha rivoluzionato ogni cosa. Tuttavia, la tecnologia è stata applicata per migliorare l'uomo, era ancora il periodo umanista che allora raggiungeva l'apice: la tecnologia permetteva all'uomo di realizzare cose impossibili prima. Nel corso dello scorso secolo, infatti, l'uomo ha esaudito molti sogni, si è fatto più grande, poi, qualche decennio fa con il boom economico, la tecnologia ha cominciato a servirsi dell'uomo per farsi essa più grande. Per crescere, la società ha fatto in modo che l'uomo fosse asservito alla tecnologia, spersonalizzato; ed egli ha avuto in cambio la diffusione del benessere.

Se non si ricopre un ruolo, non si è accettati e l'insegnamento di questi canoni avviene attraverso gli stimoli più semplici, tramite la scelta di quali notizie diffondere, i mass media... E non è più una cosa che ha a che fare con il sentirsi appagati o realizzare qualcosa nella vita, oggigiorno si tratta esclusivamente di far parte della produttività. Vivere in modo personale equivale a ricoprire un ruolo improduttivo.

Questa è attualmente la realtà: aspettarsi che ognuno proceda con abnegazione con il proprio lavoro, che spinga costantemente una propria carriera; non si può manifestare il contrario (forse solo di nascosto, come in 1984). E lo si capisce perché una marea di gente là fuori è impegnata a fare lavori che non servono a nulla, se non alimentare altro lavoro per rendere occupate altre persone. Impieghi che producono solo carte o aria, alimentando così il sistema; solo per esso sono indispensabili. E quando viene chiesto al lavoratore di spendersi di più, di fare sacrifici, egli acconsentirà sentendosi magari investito di qualcosa di più alto; mentre se riceve una retrocessione, come ad esempio, sempre con la scusante della crisi, una diminuzione delle ore di lavoro, la cassa integrazione, un abbassamento di livello o il licenziamento, il lavoratore cade in crisi, se ne vergogna, quasi un suicidio. Il motivo? Che l'uomo di questa società si identifica nel proprio ruolo, nella propria utilizzazione; senza, non esiste. Perché diviene, infatti, un oggetto, una mera attrezzatura, e appunto sacrifica altri aspetti della sua esistenza, i quali hanno una collocazione inferiore nella classifica dei valori. Se questo modo di pensare non cambierà, sarà terrificante quando la nostra generazione arriverà al momento di affrontare la vecchiaia.

E' necessario trovare nuovamente i limiti dentro ai quali poter muovere il proprio pensiero, ovvero registrare di nuovo le convenzioni della nostra vita personale e comune. Da qui prende forma il Sermone di Kriptoscopia che metterà in scena un rituale di passaggio.































Un ringraziamento personale a tutti coloro che ci hanno accompagnati in questa esperienza.


1 giu 2014

12/06/2014 - VENOISE

JUNE 12, 2014
8 p.m

ORATORIO DI S. LUDOVICO, 
Dorsoduro,
VENEZIA

PRAYING FOR OBLIVION (US/BE)
SEVENBORN AND RASTUREN (SLO)
NIKOLA MOUNOUD (CH)
JIKU55 (JAP)
KRIPTOSCOPIA (IT)
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